Quando mi chiedono cosa faccio nella vita, mi trovo spesso in imbarazzo: per riassumere, potrei dire che ho consacrato tutta la mia vita a cercare ed offrire bellezza, quella piccola inezia così fondamentale per la salute psicofisica di qualsiasi essere vivente. Per chi, come me, ha un bisogno vitale di armonia e creatività, mi sento onorata di servire da spunto, da colonna sonora o da istigatrice.
ho imparato a fare costumi di scena a partire da ritagli e campioncini: la considero come una forma di meditazione e una metafora della mia vita.
Disadattati alla vita di oggidì in virtù della vostra attitudine al sogno, bisognosi di elaborazioni la realtà quotidiana attraverso la creatività, non siete soli! Grazie alla musica, alla storia, alla danza e ai libri ho trovato una dimensione di sopravvivenza. E tutto questo lo metto al servizio del presente, per cambiarlo grazie al filtro della creatività e del sapere del passato.
Originaria di Milano, ma con radici siciliane, Leone ascendente Bilancia, temperamento flemmatico-saturnino, sono andata in cerca del sogno a Venezia, città flemmatica per eccellenza. Là mi sono laureata in Archeologia e ho esercitato questa professione per qualche anno, insieme a quella di cartomante ed aiuto-costumista, ma in seguito il vento mi ha spinta su altri lidi più selvaggi, in Bretagna, dove ho potuto dare alla musica e alla scrittura un posto di rilievo nella mia vita professionale.
In virtù del mio repertorio eclettico e del mio strumento, la cláirseach, arpa rara e facile da trasportare in treno (puoi concoscerne gli aspetti più “canonici” nel mio blog), la vita mi ha portata inaspettatamente sul palco: dopo due prime esperienze su grandi scene (Celtic Harp Orchestra in Italia nel 2003, Cantus Lunaris in Germania dal 2011 al 2013) le sincronicità della vita, ancora, mi hanno invitata a suonare, a partire dal 2014, in duo con Myrdhin, il bardo che fin dall'infanzia aveva influenzato il mio modo di concepire l'arpa, intrecciandola in un legame con la poesia e il misticismo. È stato giocoforza, allora, abbandonare ogni velleità di vita normale, e accogliere in pieno i doni della dea Brighid.
Ho una vena di follia che mi fa apprezzare Sopor Aeternus e i Quintorigo, e, a detta dei miei amici, ho la capacità di “aggiungere un tocco di macabro ad ogni delirio”, sono profondamente grata ai custodi della musica storica, come la famiglia Savall. Amo le cause perse e cerco di difendere gli emarginati di ogni specie (come ogni Leone che si rispetti!). Non temo di venir liquidata come un'evanescente “arpista-soprano-fantasy-new-age”, perché so bene che, nonostante le apparenze, non lo sono! Perché posso vantare un solido approccio sociale alla fantasia, perché pratico un mistero militante, perché penso che l'unico modo per sopravvivere alla realtà di oggi non sia ripiegarsi nell'irreale, ma affrontarla e cambiarla attraverso il filtro del mito e della magia creativa.
Tale è il senso del mio primo romanzo, Memorie di un folletto, dove follia e normalità non sono che punti di vista, ma anche del cd La cour des Licornes, in cui gli unicorni purificano le acque avvelenate grazie ai loro poteri taumaturgici, e del cd a quattro mani Trees for Two in onore degli alberi, così indispensabili e così maltrattati. Nelle mie conferenze parlo del lupo, nei cui occhi si specchia l'umanità, e per questo è tanto temuto, tratto e canto di archetipi e di miti che parlano della nostra anima.